L'oro è salito a circa 2.900 dollari l'oncia lunedì, dopo il più grande calo di un giorno in due mesi. I trader restano concentrati sul rischio di perturbazioni del mercato dovute alle minacce tariffarie del presidente statunitense Donald Trump. Le politiche tariffarie di Trump sono diventate sempre più imprevedibili a causa di ritardi ed esenzioni, e le incertezze geopolitiche ed economiche hanno aumentato l'appeal dell'oro
come bene rifugio. Gli investitori seguono con attenzione anche le notizie su un possibile accordo di pace per porre fine alla guerra in Ucraina. Inoltre, l'indebolimento del dollaro ha sostenuto l'oro dopo che la scorsa settimana una lettura debole delle vendite al dettaglio ha rilanciato le scommesse sui tagli dei tassi della Federal Reserve. Gli operatori guarderanno ai verbali dell'ultima riunione della Fed, previsti per la fine della settimana, per trovare indizi sulle prospettive di un ulteriore allentamento.
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