mercredi 1 février 2023

Borsa Milano chiude +1% a 26.605

 

 Questo  martedi  l'indice FTSE MIB è balzato dell'1% a 26.605 , chiudendo ai massimi da metà febbraio, per sovraperformare nettamente le sue controparti europee grazie al sostegno di solidi utili societari,


 mentre gli investitori hanno valuraro una serie di dati economici fondamentali. Le azioni di UniCredit sono salite del 12,3% dopo che la banca ha pubblicato i risultati del quarto trimestre. Oltre a registrare profitti record nel periodo, il secondo istituto di credito italiano si è impegnato ad aumentare il proprio contributo agli azionisti del 40%, portandolo a 5,25 miliardi di euro. La mossa ha innescato un rally per il pesante settore finanziario milanese, con BPER Banca e Intesa Sanpaolo che hanno guadagnato rispettivamente il 3,6% e il 2,8%. Sul fronte dei dati, il PIL italiano ha subito una contrazione dello 0,1% su base trimestrale nei tre mesi fino a dicembre 2022, rispetto all'espansione dello 0,5% del trimestre precedente e alle previsioni del mercato di un calo dello 0,2%. Nel frattempo, il PIL dell'Eurozona ha mostrato inaspettatamente una leggera espansione. 

***************

I dati economici pubblicati a Wall Street la scorsa settimana sembravano raccontare una storia chiara: la domanda dei consumatori era in calo, come evidenziato dal rallentamento delle vendite al dettaglio. I prezzi all'ingrosso si sono raffreddati, suggerendo che un ulteriore alleggerimento dell'inflazione era all'orizzonte. Il messaggio sembrava essere che gli sforzi di restringimento della Federal Reserve stessero funzionando e i mercati azionari sono inizialmente saliti sui dati.


Poi, però, i funzionari della Fed sono tornati a ribadire che inflazione é tuttaltro che sotto controllo e i funzionari della Fed sono rimasti fermi nella loro promessa di aumentare i tassi di interesse nei prossimi mesi.  

I mercati hanno osservato il rallentamento dell'inflazione negli ultimi mesi e hanno aspettato con ansia che la banca centrale si muovesse, preoccupati che una stretta continua significasse una recessione quasi certa. Per la Fed, invece, i progressi dell'inflazione sono semplicemente in linea con le proprie previsioni  e le previsioni dicono anche che è ancora necessario aumentare i tassi di interesse oltre il 5% .

Cé da dire inoltre che i dati dell inflazione reale sono nettamente più altri di quella calcolata  in quasi tutti i settori  e i consumatori se ne rendono conto già solo andando a fare la spesa....

Inoltre cé sempre più reddito da capitale che da lavoro e prima o poi questo fenomeno dovrebbe riequilibrarsi con una discesa dei mercati.

Di solito i mercati salgono durante la fase di aumento dei tassi per poi scendere dopo 

il mercato ha una certa inerzia e gli effetti dei tassi si fanno sentire dopo mesi.

Aucun commentaire:

Enregistrer un commentaire