L'indice FTSE MIB ha chiuso in ribasso dell'1,6% a 22.165,, seguendo le altre borse, mentre la
prospettiva di una politica monetaria più restrittiva continua a minacciare la crescita. Il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, ha indicato che la BCE dovrebbe continuare ad alzare i tassi d'interesse data l'impennata dell'inflazione, nonostante la probabilità di una recessione in Germania. Il settore finanziario di Milano è stato tra i maggiori perdenti, seguendo l'arretramento dei prezzi dei BTP italiani, con le azioni di BPER Banca e Banco BPM in calo di oltre il 3%. Anche il settore auto e i titoli dei beni di consumo discrezionali hanno subito forti pressioni, guidati dai cali del 4% di Stellantis e Moncler. Gli investitori rivalutano le prospettive di politica monetaria dopo i
commenti da falco di diversi politici della Fed la scorsa settimana. I
mercati monetari puntano sulle aspettative che la Federal Reserve
aumenti il tasso di interesse di riferimento di altri 75 punti base a
settembre, con l'attenzione rivolta al discorso del presidente della Fed
Jerome Powell al simposio economico annuale della banca centrale a
Jackson Hole.
La scorsa settimana i segnali contrastanti sulle
prospettive dei tassi hanno portato l'S&P 500 a concludere una
sequenza di quattro settimane rialziste consecutive. la probabilità di
un altro rialzo dei tassi di 75 punti base il 21 settembre, in occasione
della prossima riunione monetaria della Fed, è superiore al 50%, il
che porterebbe il range dei tassi sui fed funds tra il 3 e il 3,25%,
dall'attuale 2,25-2,5%. .
L'annunciata chiusura per manutenzione del gasdotto Nord Stream 1, che fornisce la maggior parte del gas russo all'Europa, tra il 31 agosto e il 2 settembre, ha ulteriormente accentuato i timori di scarsità e fatto impennare i prezzi del gas naturale in Europa.
I rialzi sul prezzo del Gas porterà ben presto l Europa in recessione con pesanti conseguenze non solo sulle imprese ma anche sulle famiglie che dovranno sostenere costi enormi per i prezzi elevati dell'energia.
Buone notizie invece arrivano dai futures sul grano di Chicago che sono saliti a 7,7 dollari alla fine di agosto, seguendo l'aumento delle materie prime cerealicole tra l'incertezza delle condizioni meteorologiche nelle regioni di coltivazione degli Stati Uniti. Ma comunque, i prezzi sono rimasti vicini al minimo di 10 mesi di 7,3 dollari toccato la settimana scorsa e ben al di sotto dei livelli precedenti all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, mentre le navi che trasportano il grano ucraino dai porti del Mar Nero hanno continuato a operare senza problemi. Si prevede che l'Ucraina venda oltre 20 milioni di tonnellate di grano accumulate nei silos portuali dall'invasione del 24 febbraio, liberando al contempo lo spazio necessario per il prossimo raccolto di grano. Nel frattempo, si sono riviste al rialzo le ,stime di produzione record per la Russia e quella della Cina e Australia. Anche le prospettive di approvvigionamento degli Stati Uniti sono state riviste al rialzo, in quanto la forza del grano primaverile ha più che compensato le riduzioni del grano invernale e del grano duro.
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